La querelle di Cosenza e i suoi attori, le due facce della stessa medaglia, hanno firmato per la proposta di legge di iniziativa popolare redatta dal movimento per l’Acqua Bene Comune assieme ad altri 19 consigli comunali e 10.999 sottoscrittori. Si avete letto bene, Mario & Mario si ritrovano sullo stesso testo di legge per risolvere il problema atavico dell’acqua in Calabria, salvo poi ripiegare quando si tratta di sostenerla ed approvarla.
Si potrà obiettare «cosa centra questo con la mancanza d’acqua di Cosenza di questi giorni?» Ve lo illustriamo subito, chiaramente, al netto delle perdite sulla rete di adduzione e di distribuzione, dovuti alla gelata di questi giorni che ha fatto scoppiare tubi e contatori.
Se si eliminasse il profitto sull’acqua e quindi anche la possibilità di gestire le risorse economiche connesse al servizio come un’azienda privata, magicamente i nostri politici smetterebbero di dirsele e mandarsele a dire e tutti noi calabresi, con i dovuti efficentamenti, potremmo essere testimoni del miracolo: direttamete dai nostri rubinetti acqua abbondante e soprattutto potabile.
Si funziona così.
Altrimenti non si spiega perchè il referendum (vinto), la proposta di legge nazionale e la legge di iniziativa popolare regionale, che rappresentano bene la volontà popolare, vengano calpestati dal parlamento e dal governo a Roma e da Consiglio e Giunta in Calabria.
Sottraendo il giocattolino gli si sottraggono importanti e ben retribuite poltrone per i “trombati” dalle elezioni o per i giovani virgulti di partito oltre alla possibilità di lucrare politicamente, “appaltisticamente” ed economicamente su un monopolio naturale come quello della gestione del serizio idrico. Baumann ci ha parlato della società liquida ma forse non pensava a quella liquida e vitale risorsa capace di immani rotture relazionali all’interno della comunità politica come Mario, Luigi e ancora Mario stanno sperimentando di questi tempi!
Quindi esortiamo tutti e tutte ad intraprendere e sostenere ancora una volta l’ennesima battaglia di democrazia – non liquida, ma concreta – e pretendere da questa politica l’approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare. Ovviamente cassando la proposta di legge della giunta suggerita da tecnici poco esperti in materia – ma molto preparati sui tornaconti politici e personali – oltre che dalle lobby delle multiutility, ovvero, mega aziende che vogliono spartirsi la torta a livello nazionale e che fagociterebbero la nostra volontà che dal basso chiede e pretende semplicemente che l’ACQUA sia realmente e fattivamente un BENE COMUNE!
Malanova Vostra.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.