Associazione Sos Rosarno
Rosarno, 13 Gennaio 2017
In una delle tante periferie romane c’è un vecchio casale di campagna che si chiama Casale Podere Rosa.
Questo casale, tanti anni fa, venne occupato, ristrutturato con criteri ecologici e restituito alla collettività.
Da allora, dopo che l’occupazione è stata “sanata” attraverso una concessione d’uso deliberata dal comune di Roma, L’Associazione Casale Podere Rosa ha sempre pagato l’affitto al comune e non ha mai smesso di svolgere nel quartiere un’intensa attività culturale e ricreativa, con cinema, teatro, concerti, corsi di formazione, conferenze, biblioteca e aula studio, ristorazione con la bioosteria e il biobar, gruppo di acquisto, mercatini del biologico e tanto altro ancora.
La gioia del quartiere, la gioia di chi, venendo anche da lontano, come noi, ha avuto la fortuna di passare per questo posto, la gioia di qualsiasi amministrazione comunale lungimirante si direbbe …
E invece no!
Dopo 23 anni, il Comune di Roma si rifà vivo, non per dire alle donne e agli uomini del Casale Podere Rosa “grazie per quello che fate!”, ma per intimar loro di consegnare i locali e il terreno per farne non si sa cosa!
Questo incomprensibile atto, che denota una preoccupante miopia politica da parte del comune di Roma, non colpisce solo il Casale e l’associazione, ma colpisce il quartiere, colpisce la città di Roma che tanto ha bisogno di luoghi sani come questo, luoghi pulsanti e vivi che contrastano il degrado delle periferie, che favoriscono l’aggregazione, il dialogo, la cultura.
Questo atto colpisce anche noi che siamo fisicamente lontani ma politicamente tanto vicini a questa esperienza.
Questo atto colpisce tutto il mondo dell’economia giusta e solidale, colpisce un modo altro di concepire le cose, colpisce il cibo sano ed etico, colpisce i deboli e chi sta dalla loro parte.
La sindaca Virginia Raggi, in un’intervista all’Espresso dal titolo “Virginia Raggi, chi è la donna che spaventa Renzi e Berlusconi”, pubblicata il 16 marzo 2016, in un passaggio, diceva: “L’impegno va in altre direzioni: le associazioni ambientaliste di quartiere, come “Il Pineto”, e i Gas, sigla che sta per Gruppi di acquisto solidali, le associazioni che comprano generi alimentari direttamente dal produttore e li vendono a prezzo pieno al consumatore: cibo biologico, le arance di Rosarno”.
Orbene, anche al Casale si fa tutto ciò di cui lei parla nell’intervista e c’è anche un G.A.S. che sostiene il nostro progetto.
Noi produttori di quelle “arance di Rosarno” siamo affezionati e grati compagni di strada delle donne e degli uomini del Casale Podere Rosa e chiediamo alla Sindaca di Roma e a tutta l’Amministrazione Comunale, non solo di recedere da questo intento, ma anche e ancor di più, di adoperarsi affinché esperienze come questa si moltiplichino nei quartieri. Tutto ciò è da considerarsi non un atto di generosità nei confronti di qualcuno ma un atto di intelligenza politica, opportuno e doveroso da parte di un’Amministrazione avveduta e corretta che ha fatto del risanamento delle periferie e del dialogo con i cittadini un caposaldo del proprio agire politico e della campagna elettorale.
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