Leggendo il Report 2015 dell’Istat “CONDIZIONI DI VITA E REDDITO”, strategicamente pubblicato il giorno dopo il ReferenZum, si apprende che il 28,7% delle persone residenti in Italia sia a rischio di povertà o esclusione sociale”. Se la media nazionale è 1 persona su 4 quella del Meridione sale a quasi 1 su 2 (46,4%). Traducendo dai freddi numeri si stima che al Sud circa 20 persone su 100 hanno arretrati per mutuo, affitto, bollette o altri debiti, 17 su 100 Non riescono a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni, 30 su 100 non riescono a riscaldare adeguatamente l’abitazione. Il report evidenzia pure “che il 20% più ricco delle famiglie percepisce il 37,3% del reddito equivalente totale, il 20% più povero solo il 7,7%. […] Dal 2009 al 2014 il reddito in termini reali cala di più per le famiglie appartenenti al 20% più povero, ampliando la distanza dalle famiglie più ricche il cui reddito passa da 4,6 a 4,9 volte quello delle più povere”.
Dall’analisi di questo primo blocco di dati non può non saltare all’occhio il fossato sempre più profondo che si sta scavando tra NORD e SUD e tra RICCHI e POVERI.
Per far capire meglio la cosa:
Sergio Marchionne, manager, 54,5 milioni (150mila euro al giorno)
Mario Rossi, operaio, 25mila euro annui (70 euro lordi al giorno)
Francesco Taldeitali, disoccupato, poche centinaia di euro al mese a nero (‘ncuna cosa s’addobba sempre)
MORALE: a pila c’è ma è spartuta male! Nel Mondo di Sopra la crisi è sconosciuta.
ANALISI: voci di corridoio dicono che questa mappa reddituale e di esclusione sociale si sovrappone bene a quella di coloro che hanno votato NO al ReferenZum. Sarà vero?
Malanova vostra!
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