L’assemblea di quartiere dello scorso 17 ottobre è stata molto partecipata non solo in termini numerici ma anche qualitativi. Oltre al comitato piazza piccola, tanti cittadini di diversi quartieri del centro storico che finalmente hanno preso parola per narrare una storia di degrado e abbandono muovendo dagli anfratti più remoti dei luoghi e della memoria storica contemporanea.
Una narrazione che non parte più dalle antiche gesta che hanno dato lustro all’antica città bruzia ma muove dalle quelle meno nobili degli ultimi 50 anni.
Si narra di abusivismo edilizio che ha sviluppato in altezza i palazzi a causa dell’alta densità demografica che ha caratterizzato Cosenza vecchia fino ai primi anni 80 e del paradossale svuotamento nella seconda metà dello stesso decennio a favore della speculazione sulle case popolari.
Abbandono dei luoghi e conseguente depauperamento del patrimonio immobiliare. Condanna fermamente chi ha abbandonato al progressivo deterioramento palazzi storici, distinguendo tra chi avrebbe avuto la possibilità di salvaguardare il patrimonio e chi non ne ha avuto la possibilità economica, in quest’ultimo caso colpevolizza la mancanza di un intervento pubblico anche, eventualmente, in convenzione con banche e privati come già sperimentato efficacemente in passato.
Tanti i punti e le proposte che emergono: dalla inesistente rete fognaria che scorre libera nella città di sotto al consumo di luoghi comuni (archi, portici, piazzette ecc.) che dovrebbero essere assunti come beni comuni dagli abitanti prima e dall’amministrazione poi con operazioni di bonifica e restauro.
Sono emerse varie proposte che vanno dal richiedere l’intervento del prefetto, una legge regionale sui centri storici, la dichiarazione dello stato d’emergenza, interventi di restauro finalizzati all’edilizia residenziale pubblica che da un lato salvaguarda il patrimonio e dall’altra preserva da ulteriore consumo di suolo, l’apertura di un tavolo permanente con le istituzioni dove prenda parte attiva anche una delegazione del comitato di quartiere.
I rischi insiti nella dichiarazione dello stato d’emergenza sono noti a tutti e si converge sulla necessità di una funzione di controllo del comitato di quartiere che impedisca qualsiasi tentazione speculativa e di interventi approssimativi o di facciata.
L’assemblea si è aggiornata a domenica alle 16 per un punto logistico sulla nostra partecipazione al consiglio comunale del 24 ottobre.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.