In un’intervista di qualche tempo fa, Putin, analizzando lo scenario globale, poneva l’ipotesi di una crisi degli USA nel governo solitario di circa 7 miliardi di umani. Questo lo avrebbe capito, continua il presidente russo, anche la superpotenza uscita vincitrice dalla guerra fredda e quindi oggi, dopo l’immane bolla immobiliare che, nata negli USA ha investito l’economia globale, di fronte ad un debito pubblico interno crescente e che vede come principale azionista la Cina unito allo spostamento della produzione e dei mercati sempre più ad Oriente, prova a ritornare a galla riaprendo il capitolo della guerra fredda e degli stati canaglia. Lo fa anche attraverso la NATO. Infatti nell’ultimo summit euro-atlantico (8-9 luglio 2016) si è parlato diffusamente di Isis e Russia. Inutile dire che aprendo a caso i principali media occidentali non troviamo che un’omologazione pressoché totale che individua la causa di tutte le ultime vicende geopolitiche in una rinascente strategia imperialista Russa. Così è per la crisi Ucraina, così per la guerra in Siria, così per la lotta contro l’ISIS.
In questo articolo vi proponiamo il punto di vista della NATO (il vangelo dei media mainstream), così come emerge dal documento finale della riunione estiva tenutasi, anche per il significato simbolico molto forte, a Varsavia in Polonia (Malanova cchi traduzione!!!):
“Le azioni aggressive della Russia, comprese le sue attività militari provocatorie alla periferia del territorio della NATO e la sua più volte dimostrata volontà di raggiungere obiettivi politici attraverso la minaccia e l’uso della forza, costituiscono una fonte di instabilità regionale, rappresentano una sfida fondamentale per l’Alleanza, hanno attentato alla sicurezza euro-atlantica e minacciato l’obiettivo che perseguiamo da tanto tempo; un‘Europa libera, integra e in pace.”
“Un’Ucraina indipendente, sovrana e stabile, promotrice della democrazia e dello stato di diritto, è essenziale alla sicurezza euro-atlantica. Rimaniamo stabili nel nostro sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno delle sue frontiere internazionalmente riconosciute, così come al suo diritto di decidere liberamente, senza ingerenze esterne, del suo avvenire e dell’orientamento della sua politica estera.”
“Nel quadro della struturazione delle forze NATO, abbiamo reso pienamente operativo il quartier generale del Corpo multinazionale Nord-Est in Polonia e stabilito il quartier generale della divisione multinazionale Sud-Est in Romania, incaricati di assumere il comando delle unità d’integrazione delle forze NATO offrendo delle opzioni alternative di comando e controllo nelle loro rispettive regioni”.
“Abbiamo deciso di stabilire e rinforzare la nostra presenza avanzata in Estonia, in Lettonia, in Lituania e in Polonia, per dimostrare senza equivoci, nel quadro del nostro posizionamento globale, la solidarietà dei paesi dell’Alleanza, aumentando la capacità a determinarsi e l’attitudine a reagire a tutte le aggressioni innescando una risposta alleata immediata”
“Per prevenire i conflitti e le guerre, una capacità di dissuasione e di difesa credibili sono essenziali. Allo stesso tempo la dissuasione e la difesa, articolate intorno ad appropriate capacità nucleari, convenzionali e di difesa antimissile, diventeranno un elemento centrale della nostra strategia complessiva […] abbiamo deciso di sviluppare una capacità di difesa antimissile balistico (BMD) della NATO al fine di giungere al nostro obiettivo fondamentale di difesa collettiva. […] IL sito Aegis Ashore di Deveselu, in Romania, rappresenta una parte significativa dell’accrescimento delle nostre capacità ed il comando e il controllo di questo sito sono in via di trasferimento alla NATO. Siamo contenti inoltre del fatto che la Turchia ospiti un radar avanzato per la rilevazione a distanza BMD a Kürecik e che la Polonia ospiterà un sito Aegis Ashore nella base militare de Redzikowo […] La difesa antimissile della NATO è destinata ad assicurare la difesa contro minacce potenziali non provenienti dalla zona euro–atlantica. Abbiamo spiegato molte volte alla Russia che il sistema BMD non ha la capacità di attentare i dispositivi russi di dissuasione nucleare strategica, e che non ha intenzione alcuna di rivedere la concezione di questo sistema per dotarlo di una tale capacità per l’avvenire.
Come sempre, ovviamente, dopo aver sostenuto che le armi nucleari stanno alla base della politica dissuasiva della NATO il documento prosegue:
“Siamo profondamente preoccupati per la proliferazione di armi nucleari ed altre armi di distruzione di massa e dei loro vettori, che sia fatto da attori statali o non statali continuando a minacciare le popolazioni, i territori e le forze dei nostri paesi.”
Ovvero se le armi nucleari le abbiamo noi è per un fine giusto, per la pace e per la concordia globale, se le avete voi siete stati canaglia guerrafondai.
Sul fronte Ucraino la posizione della NATO è molto chiara visto che nella Dichiarazione comune della commissione NATO-Ucraina si sottolinea l’illegalità delle azioni perpetrate dalla Russia nell’annessione autoproclamata ed illegittima della penisola della Crimea: “annessione che noi non riconosciamo e non riconosceremo”. In questo quadro la NATO invita la Russia a non continuare nel sostegno economico e militare dei ribelli delle repubbliche di Donetsk e di Louhansk ma di utilizzare la propria influenza per far rispettare il cessate il fuoco permettendo così all’Ucraina di prendere il totale controllo delle sue frontiere. Ma se l’obiettivo formale del documento è quello di arrivare alla pacificazione delle parti in lotta al fine di fermare lo spargimento di sangue e ripristinare un clima di tutela dei diritti umani, in realtà è lo stesso documento che ci illumina sulla reale posta in palio della crisi Ucraina:
“la popolazione Ucraina ha espresso la sua volontà di vedere il paese fortemente ancorato alle democrazie europee. L’Ucraina resta determinata a mettere in opera riforme di ampio respiro per rapportarsi alle norme europee ed euro-atlantiche, fondantesi sui valori democratici, il rispetto dei diritti dell’uomo e delle minoranze e lo stato di diritto, riforme che sono essenziali per favorire la prosperità e la stabilità a lungo termine che passano per la lotta alla corruzione e la promozione di processi politici inclusivi”.
Di fatto tutto passa dal tentativo di sottrarre l’Ucraina dalla sfera di influenza Russa ed euro-asiatica per inserirla nella sfera europea ed euro-atlantica. Come sempre i bassi interessi geo-economici, affaristici e speculativi sono coperti da paroloni come Democrazia, autodeterminazione e Sviluppo. Ci troviamo di fronte all’ennesima azione imperialista del neoliberalismo occidentale che passa dall’accordo sulla zona di libero scambio tra UE ed Ucraina e che promette, attraverso la voce del presidente ucraino Poroshenko, più sviluppo, più lavoro, più libertà. In effetti gli oligarchi ucraini non informano adeguatamente l’opinione pubblica sugli effetti negativi derivanti dalla rottura dei rapporti economici con l’unione economica euro-asiatica e che rischia di minare fortemente la già precaria condizione economica del paese.
In conclusione i documenti analizzati ci istruiscono circa i movimenti di truppe e di armi della NATO verso i confini Orientali, i confini Russi. La giustificazione per tali movimenti è data da quelle che la NATO definisce azioni unilaterali dell’esercito comandato dal Presidente Putin, ad esempio quelle messe in atto in Crimea ed in Siria oltre che al sostegno dato alle milizie partigiane del Donbass nel sud-est Ucraino. In realtà bisogna tener conto almeno di un altro elemento, quello di fondo, rappresentato dal lavoro pluriennale realizzato per attrarre ed inglobare le repubbliche ex sovietiche nella sfera di interesse euro-atlantica rappresentata da UE e NATO.
Questa la visione “occidentale” delle questioni geopolitiche che infiammano il versante euro-asiatico. In un prossimo articolo approfondiremo la visione “orientale” ed i rapporti sempre più stretti tra Russia, Iran e Cina.
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