Una ventata di vita ha attraversato oggi Mendicino, spazzando via le nubi che minacciavano di rovinare la giornata. Differenti i colori della pelle, il sesso e l’etnia, ma comuni sono state stata la grinta e la voglia di partecipare delle centinaia di persone che hanno preso parte al nutrito programma di iniziative organizzato dall’Associazione La Ginestra, con il patrocinio della Città di Mendicino. Seppur le condizioni meteo non fossero delle migliori, è bastata la coesione sociale creatasi nel torneo di calcio a dare luce alla mattinata. A partire dalle 10.30, presso il campo sportivo comunale “Giovannino De Luca”, si sono “sfidate” ASD Mediterranea, Brutium Cosenza, Cusenza Mmishkata, Polisportiva Mendicino 1969, con la presenza sugli spalti della Boxe Popolare di Cosenza. Avvincenti le due partite iniziali: Mediterranea vs Polisportiva, Brutium vs Cusenza MMishkata. Durante la partita con la Brutium sono stati notati per le loro qualità tecniche due ragazzi di Cosenza Mishkata, rifugiati politici residenti nell’ex convento delle Canossiane, che probabilmente verranno convocati per il prossimo campionato. La finale ha visto protagoniste la Brutium e la Polisportiva Mendicino che hanno conquistato rispettivamente 1° e 2° posto.
Alla fine dei giochi, calciatori e non si sono riuniti presso la palestra comunale “Fabrizio Gaudio” per un pranzo sociale multiculturale. Dal cous cous alla pasta al forno, i colori dei piatti rispecchiavano l’arcobaleno di solidarietà che unisce tutte queste realtà sportive. Tutto contorniato da risate, musica e chiacchiere.
Nel pomeriggio, gli esponenti delle squadre hanno preso parte al convegno “Uno sport accessibile a tutti”. Luigi Toteda, moderatore, ha introdotto ringraziando tutti gli ospiti, l’Amministrazione comunale, la squadra femminile di Mendicino nella figura del mister Maurizio Gaudio. Di seguito, il vicesindaco Angelo Greco ha manifestato l’importanza di momenti come questo, della passione nello sport che unisce e di quanto queste occasioni possano essere di esempio per il futuro. L’assessore allo Sport Roberto Caputo ha premiato Francesco Lioi, presidente della polisportiva Mendicino 1969. Importanti riconoscimenti sono stati tributati a Luigi Spadafora, rappresentante lo Sporting Mendicino calcio a 5; Pasquale Bosco, allenatore del Volley Aversa per la promozione in A2. Infine l’ASD Mediterranea per la fine del campionato da parte dell’assessore per le Politiche Sociali Mariateresa Mancini. Successivamente Domenico Luciani, membro de La Ginestra ha raccontato come la Mediterranea sia nata dall’idea di un bambino, e che da lì abbia raggiunto un concreto risultato, lanciare un messaggio: l’idea di uno sport diverso, che riesca a legare tutti al di là delle differenze, rimuovendo logiche che vanno a distruggere la vera essenza dello sport. Sport che parta dal basso, non quello che i media vogliono farci credere come reale; una strada per esercitare il diritto alla libertà, essere diversi e uguali allo stesso tempo.
Dal canto suo, Oscar Greco dell’ASD Boxe Popolare, ha ricostruito la storia della palestra di Cosenza, dal 1998 ad oggi. Insieme a mister Gianfranco Tallarico, dopo un’esperienza romana, trovarono l’input propulsivo per creare una realtà dai forti ideali. “Negli anni 90 – ha spiegato Greco – lo sport non viene più percepito come residuo neofascista e destroide, ma anche la sinistra e i quartieri popolari iniziano a sperimentare in ambito sportivo. La prima palestra popolare di Cosenza sorgeva nei locali di un ex orfanotrofio Villaggio Del Fanciullo, oggi è sita nei locali della curva nord dello stadio San Vito. La Palestra Popolare doveva essere, ed è, la via di fuga dall’emarginazione sociale. I primi anni 2000 – ha proseguito – segnano la svolta della Boxe popolare che si era mossa a piccoli passi fino ad allora”. Secondo Greco non è assolutamente vero che le palestre popolari non riescano a raggiungere alti risultati al pari delle palestre commerciali che si muovono esclusivamente in chiave capitalistica. Non è così, e la Boxe ne è la riprova. Una cooperazione tra realtà popolari che spesso restano tagliate fuori dal circuito sportivo è fondamentale per denunciare e criticare gli abusi. Gianfranco Tallarico, mister della Boxe Popolare, ha preso la parola ricordando quando circa 10 anni fa venne proprio a Mendicino, in occasione dei primi match di boxe della palestra che stava facendosi strada. Tallarico ha spiegato cosa si intende per sport popolare, concetto usato erroneamente anche in contesti razzisti e xenofobi. La vera sostanza di tutto ciò è proprio il contrario, il disprezzo per le discriminazioni. Agire sul territorio è importante, partire dal basso, con mezzi propri, senza finanziamenti. L’Asd Boxe Popolare Cosenza è ad oggi l’unica realtà sportiva dell’hinterland ad autofinanziarsi, ad accogliere persone provenienti da varie forme di disagio, tanto economico quanto psicologico. La militanza dei migranti nei gruppi sportivi spontanei è uno degli aspetti chiave della cultura popolare, purtroppo ancora poco condivisa, che cerca di canalizzare e coinvolgere lì dove spesso le istituzioni sono carenti. “Parliamo di sport popolare ma non parliamo di solo calcio”, ha precisato a gran voce Tallarico. Lo sport è multiforme e per questo, per sviluppare al meglio le proprie attitudini fisiche ma anche interiori, non ci si deve fossilizzare sul calcio. L’evento di oggi non deve essere autocelebrativo ma creatore di un circuito, di un percorso. Tallarico ha portato come esempio il Coordinamento Nazionale Sport Popolare, possibile obiettivo lungo la “strada” da percorrere.
Christian Catanzaro, dirigente della Brutium Cosenza, ha affermato che il movimento sportivo popolare non deve essere un punto di arrivo ma di partenza. Ha proposto una sorta di cooperazione tra associazioni: creare un centro sportivo di proprietà condivisa dalle realtà dello sport popolare locale, per una forte condivisione tra gruppi. La sua idea sarebbe quella di inserire nella struttura una mensa per gli atleti, che riesca anche a soddisfare le esigenze dei poveri del cosentino. Secondo Catanzaro, attraverso una polisportiva nata dal basso ci si può autofinanziare e crescere autonomamente.
In seguito, Simone Guglielmelli, di Cusenza Mmishkata, ha raccontato ai presenti di come questa realtà, nata dalla collaborazione di CPOA Rialzo e Prendocasa Cosenza, raccolga militanti accomunati da un obiettivo: ritornare a creare momenti di discussione. Un confronto atto a farci capire che siamo pezzi di un unico puzzle in grado di rappresentare un’idea diversa di mondo. “Dobbiamo costruire i nostri orizzonti”, ha detto Guglielmelli, per spazzare via i “Matteo Salvini” di turno. Prima di farlo è necessario però mostrargli cosa e quanto può fare l’impegno militante.
Emozionante, a fine convegno, l’apertura della mostra fotografica storica della Polisportiva Mendicino1969, curata da Luigi Rubino e introdotta da Franco Gaudio che ha sottolineato l’importanza della memoria storica locale, serbatoio di vita sociale e prezioso contenitore di immaginario. Attraverso la mostra, molte vecchie glorie della comunità si sono ritrovate a sorridere dei loro ricordi calcistici con un velo di nostalgia. Notevole la partecipazione dell’intera comunità mendicinese, a suggello di una giornata da ricordare. La serata è stata allietata dalle selezioni musicali di Eugenio Toteda e Benito Scanga.
Chiara Toteda
(Fotografie di Francesca Caio Greco)
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