Il 19 ottobre 2013 e il 12 aprile scorso, quasi centomila persone chiedevano a gran voce “Una sola grande opera: casa e reddito per tutti”ed una moratoria per gli sfratti ed i pignoramenti incolpevoli che oggi rappresentano una fetta sostanziale dell’emergenza abitativa .Dall’accampada di Porta Pia alla piazza del 12 aprile i movimenti per il diritto all’abitare stanno continuando ad agire la lotta per la casa contrapponendo alla legalità criminale della crisi la legittimità delle occupazioni quale unico mezzo di contrasto alla situazione di emergenza che colpisce una fascia sempre più ampia di popolazione.
D’altra parte la risposta che il governo Renzi ha dato è un piano casa che non tiene conto dell’emergenza abitativa ma, piuttosto, garantisce i diritti dei proprietari da un lato e dall’altro sanziona le occupazioni di necessità negando la residenza e gli allacci alle utenze (art. 5).
Il decreto legge n. 47 del 28 marzo è già stato recepito ed attuato dal comune di Cosenza che ha emanato un’ordinanza con cui applica l’art. 5. Ma in questa terra mai una legge è stata recepita con tanta celerità! Se a questo associamo il fatto che il tavolo che eravamo riusciti a conquistare tra il comitato e gli enti, fissato per venerdì scorso presso la prefettura, è stato “rinviato” a data da destinarsi registriamo una chiusura che lascia pochi margini al dialogo.
Questo irrigidimento, ammantato dalla solita retorica della legalità, probabilmente, rappresenta l’exit strategy delle istituzioni di fronte all’emergenza abitativa perché non hanno risposte concrete da dare. Ma noi rivendichiamo con forza la legittimità delle occupazioni abitative organizzate quale unica risposta concreta al disagio che vivono centinaia di persone. Con le occupazioni organizzate dal comitato di lotta Prendocasa più di 250 persone (tra cui più di 40 nuclei familiari italiani e migranti) hanno trovato un tetto. L’articolo 5 del piano casa è una vera e propria dichiarazione di guerra ai bisogni della gente perchè già il piano non tiene conto delle migliaia di emergenze (morosità e pignoramenti incolpevoli) -rispondendo piuttosto alle esigenze di banche, speculazioni e palazzinari-, ma addirittura cerca di far desistere quanti si organizzano per occupare un alloggio con la minaccia del diniego degli allacci e delle residenze. Se comune, regione e prefettura vogliono ristabilire la legalità in questa terra che partano da una moratoria sugli sfratti e da un piano casa che metta fine al mercato nero degli alloggi popolari che, a due anni dallo scandalo Aterp, continua allegramente a mercanteggiare il bisogno casa con una manciata di voti o con una concessione edilizia. Tra Cosenza e l’area urbana si contano oltre 8000 alloggi vuoti eccedenti la popolazione residente e quella pendolare, se a queste cifre sommiamo i numerosi immobili di proprietà pubblica la cifra aumenta notevolmente, ma l’emergenza abitativa continua ad espandersi e a risucchiare risorse senza però risolvere il problema. La strada giusta viene indicata finanche nel rapporto europeo sui senza tetto del Guardian dove da numeri precisi (5 milioni di senza tetto a fronte di 11 milioni di alloggi vuoti) mentre anche il responsabile di Shelter (organizzazione britannica simile alla Caritas), Campbell Robb chiede un atto di “coraggio” ai governi locali suggerendo la via della requisizione dell’invenduto, ma questa strada era già stata intrapresa dal sindaco Occhiuto quando ha requisito e assegnato due immobili Aterp (tra cui l’occupazione di palazzo francini) promettendo una svolta nelle politiche sulla casa. Ma ancora tutto tace. Fino a quando? Chi è già colpito dalla crisi e dall’austerity non può più essere costretto a sempre maggiori sacrifici.
Prendocasa Cosenza
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