Le straordinarie giornate di mobilitazione delle settimane scorse hanno rappresentato l’emersione di un’opposizione sociale di massa alle politiche di austerità anche in Italia.
Lo sciopero generale del 18 ottobre del sindacalismo di base e conflittuale, la sollevazione del 19 ottobre dei movimenti sociali e l’assedio/accampata a Porta Pia sono la dimostrazione che anche in Italia cresce una una risposta di massa, radicale e cosciente alle politiche antisociali dei governi.
Mentre il governo Letta/Alfano esegue diligentemente i diktat della Troika, in perfetta continuità con i governi precedenti, attuando politiche di austerity e riversando i costi della crisi sui settori popolari più deboli, monta nel paese una rabbia sociale che ha trovato un primo momento di incontro e lotta unitario nel corteo romano del 19 ottobre.
Giovani, precari, disoccupati, migranti, operai, vanno definendo un nuovo blocco sociale, autonomo e contrapposto all’autoreferenzialità della classe politica nostrana, irrappresentabile da sindacati e partiti responsabili dell’attuale situazione di crisi, indisposto a pagare i costi della crisi economica, cosciente della necessità di una risposta forte e continuata alle politiche di austerità che non può fermarsi ai soliti rituali autunnali.
A dimostrazione che le giornate del 18, 19 e 20 non sono state date estemporanee ma tappe di un percorso sedimentato nei territori e con una prospettiva ben chiara, i movimenti si sono subito ritrovati a firenze per porre con forza alcune questioni al blindatissimo convegno dell’anci, e poi ancora il 31 ottobre a roma ad assediare palazzo chigi durante la conferenza stato regioni, supportata sui vari territori da azioni, blocchi di sfratti e occupazioni.
Riportare sui nostri territori le parole d’ordine e la radicalità espressa nelle giornate scorse, diviene per tutti obiettivo prioritario e irrinunciabile. Coordinare le varie vertenze e iniziative espresse sui nostri luoghi di intervento (fabbrica/lavoro, scuola/università, quartiere) diventa compito fondamentale per non rimanere isolati ed essere schiacciati dalla lotta di classe dall’alto condotta da padroni e governi ad ogni livello. Canalizzare la disperazione e la rabbia diffusa e spontanea in forme organizzate/coordinate che permettano di far fronte alla macelleria sociale operata dalla classe politica, attraverso momenti di lotta e riappropriazione di quanto ci viene quotidianamente sottratto, diventa imprescindibile.
Tutto ciò che ci viene negato noi ce lo riprendiamo!
A cosenza, nei giorni scorsi 30 nuclei tra italiani e migranti hanno occupato uno stabile di proprietà delle canossiane, abbandonato da anni, sostraendolo al degrado e all’appettito speculatorio di qualche banca e amico degli amici
Decine di persone appartenti all comitato Prendocasa, hanno riconquistato un loro diritto, negatogli per troppo tempo, attraverso un’azione di riappropriazione diretta .
Si sono ripresi un tetto, si sono ripresi la loro dignità ed hanno detto no ai ricatti e alle false promesse dei politici “amici” !
L’emergenza abitativa a Cosenza va avanti da anni, tra false promesse e la cementificazione selvaggia. Come comitato di lotta per la casa “Prendocasa” sono anni che denunciamo l’indifferenza delle istituzioni e la speculazione edilizia, senza fermaci alle denunce ed ai comunicati stampa ma riprendendoci, con la lotta e le occupazioni, quello che le istituzioni ci tolgono.
Con l’incedere della crisi fasce sociali sempre più ampie, precipitate nella disoccupazione e nella precarietà, non possono più subire il costo esorbitante degli affitti, la violenza degli sfratti e dei pignoramenti.
Partendo da questo vogliamo cominciare a ritessere un ragionamento sul territorio che, in continuità con le giornate romane, abbia la capacità di mettere in connessione le varie lotte che giornalmente agiamo, con la parola d’ordine “una sola grande opera: casa e reddito per tutti”!
Mentre il governo Letta/Alfano esegue diligentemente i diktat della Troika, in perfetta continuità con i governi precedenti, attuando politiche di austerity e riversando i costi della crisi sui settori popolari più deboli, monta nel paese una rabbia sociale che ha trovato un primo momento di incontro e lotta unitario nel corteo romano del 19 ottobre.
Giovani, precari, disoccupati, migranti, operai, vanno definendo un nuovo blocco sociale, autonomo e contrapposto all’autoreferenzialità della classe politica nostrana, irrappresentabile da sindacati e partiti responsabili dell’attuale situazione di crisi, indisposto a pagare i costi della crisi economica, cosciente della necessità di una risposta forte e continuata alle politiche di austerità che non può fermarsi ai soliti rituali autunnali.
A dimostrazione che le giornate del 18, 19 e 20 non sono state date estemporanee ma tappe di un percorso sedimentato nei territori e con una prospettiva ben chiara, i movimenti si sono subito ritrovati a firenze per porre con forza alcune questioni al blindatissimo convegno dell’anci, e poi ancora il 31 ottobre a roma ad assediare palazzo chigi durante la conferenza stato regioni, supportata sui vari territori da azioni, blocchi di sfratti e occupazioni.
Riportare sui nostri territori le parole d’ordine e la radicalità espressa nelle giornate scorse, diviene per tutti obiettivo prioritario e irrinunciabile. Coordinare le varie vertenze e iniziative espresse sui nostri luoghi di intervento (fabbrica/lavoro, scuola/università, quartiere) diventa compito fondamentale per non rimanere isolati ed essere schiacciati dalla lotta di classe dall’alto condotta da padroni e governi ad ogni livello. Canalizzare la disperazione e la rabbia diffusa e spontanea in forme organizzate/coordinate che permettano di far fronte alla macelleria sociale operata dalla classe politica, attraverso momenti di lotta e riappropriazione di quanto ci viene quotidianamente sottratto, diventa imprescindibile.
Tutto ciò che ci viene negato noi ce lo riprendiamo!
A cosenza, nei giorni scorsi 30 nuclei tra italiani e migranti hanno occupato uno stabile di proprietà delle canossiane, abbandonato da anni, sostraendolo al degrado e all’appettito speculatorio di qualche banca e amico degli amici
Decine di persone appartenti all comitato Prendocasa, hanno riconquistato un loro diritto, negatogli per troppo tempo, attraverso un’azione di riappropriazione diretta .
Si sono ripresi un tetto, si sono ripresi la loro dignità ed hanno detto no ai ricatti e alle false promesse dei politici “amici” !
L’emergenza abitativa a Cosenza va avanti da anni, tra false promesse e la cementificazione selvaggia. Come comitato di lotta per la casa “Prendocasa” sono anni che denunciamo l’indifferenza delle istituzioni e la speculazione edilizia, senza fermaci alle denunce ed ai comunicati stampa ma riprendendoci, con la lotta e le occupazioni, quello che le istituzioni ci tolgono.
Con l’incedere della crisi fasce sociali sempre più ampie, precipitate nella disoccupazione e nella precarietà, non possono più subire il costo esorbitante degli affitti, la violenza degli sfratti e dei pignoramenti.
Partendo da questo vogliamo cominciare a ritessere un ragionamento sul territorio che, in continuità con le giornate romane, abbia la capacità di mettere in connessione le varie lotte che giornalmente agiamo, con la parola d’ordine “una sola grande opera: casa e reddito per tutti”!
ASSEMBLEA PUBBLICA
Martedì 5 Novembre 2013 h.17:00
Cosenza – Occupazione Viale della Repubblica (ex istituito canossiane)
Martedì 5 Novembre 2013 h.17:00
Cosenza – Occupazione Viale della Repubblica (ex istituito canossiane)
PRENDOCASA COSENZA – Comitato di lotta per lacasa
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