OCCUPATO ISTITUTO CANOSSIANO (vicino il pronto soccorso),con migranti, famiglie italiane e straniere, ci siamo ripresi uno dei tanti spazi abbandonati della nostra città. L’assedio e la sollevazione continuano, UNA SOLA GRANDE OPERA CASA E REDDITO PER TUTTI !!!
Di seguito il comunicato:
PER UN 31 OTTOBRE DI RIAPPROPRIAZIONE E LOTTA…
IL DIRITTO ALLA CASA VIENE NEGATO? NOI CE LO RIPRENDIAMO!
Gli sfratti e i pignoramenti incolpevoli, ai danni di quanti hanno perso il lavoro e per l’aumento stesso del caro vita, hanno raggiunto cifre da emergenza in generale in tutto il sud, dove il tasso di disoccupazione supera di gran lunga le statistiche nazionali, ma anche a Cosenza dove nell’ultimo anno registriamo un’impennata che porta a più di 800 gli sfratti esecutivi per morosità. D’altra parte, le misure di welfare sono state completamente cancellate e l’ultimo piano casa è stato solo un condono per gli abusivismi edilizi. Nessun piano casa, nessuna valorizzazione sociale dell’immenso patrimonio pubblico, ma solo svendite e cartolarizzazioni per rimpinguare le casse degli enti. La stessa sanatoria varata nei mesi scorsi dalla regione Calabria ha come unico obiettivo quello di risanare le casse dell’ Aterp e magari fare un favore a qualche amico degli amici!
Abbiamo assistito allo spettacolo indecoroso dell’indignazione e del falso cordoglio per le decine di migliaia di morti nel mediterraneo, così come si sono piante lacrime di coccodrillo per i tre migranti arsi vivi nel tugurio di via XXIV maggio, mentre decine di migranti e rifugiati della “Emergenza Nord Africa” vivono ancora in non-luoghi di fortuna privi di diritti e prospettive dopo che sulla loro pelle si è consumata una speculazione pari a quella dei terremotati che, a distanza di anni, vivono ancora nelle baraccopoli.
Decine di famiglie (molte delle quali con decreto di sfratto), precari, migranti e rifugiati del comitato Prendocasa oggi mettono in campo un’azione di riappropriazione diretta occupando uno stabile vuoto e chiuso da anni, per riprendersi un pezzo della propria esistenza.
Con la Sollevazione Generale del 19 ottobre come movimenti per il diritto all’abitare, assieme a centinaia di comitati territoriali, dalla Val Susa a Lampedusa attraversando decenni di lotte che non sono in vendita, abbiamo dato vita ad un nuovo modo di praticare le piazze e di rivendicare diritti. Assedio si voleva ed assedio è stato e continuerà ad essere fino a che non arriveranno risultati concreti. Chiediamo il blocco delle grandi opere e la cancellazione della Bossi-Fini, la chiusura dei Cie, libertà di movimento e diritto di cittadinanza per migranti e rifugiati, sanità e istruzione, casa e reddito per tutt*, perchè non siamo più disposti a pagare la crisi di banche, padronato e politicanti di mestiere. Non siamo più disposti a subire il saccheggio sistematico delle nostre vite, del nostro territorio e del nostro futuro. Nessuna mediazione al ribasso, nessun compromesso.
Anche oggi è una giornata di Assedio al potere con azioni dirette di riappropriazione in ogni città in contemporanea alla conferenza Stato/Regioni/Province/Comuni, convocata dal Governo Letta che dovrebbe definire un decreto sulle politiche abitative. Ma non nutriamo assolutamente nessuna fiducia in questo incontro dal quale al massimo uscirà la classica foglia di fico. Crediamo invece nella forza e nella determinazione espressi dalla nostra piazza e dai nostri bisogni che non sono contrattabili. Blocco immediato degli sfratti e varo di un vero piano casa. Stop delle grandi opere, dal Tav alla Metro leggera.
Rilanciamo le lotte con una prima parola d’ordine che ci siamo dati e che accomuna tutti e da cui non torneremo indietro UNA SOLA GRANDE OPERA: CASA E REDDITO PER TUTT*.
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